di Nicola Imperiale

Gioia del Colle, la "casa degli spiriti": gotica dimora avvolta da storie inquietanti
GIOIA DEL COLLE - Abbandonata, gotica e avvolta da paurose dicerie. É l'identikit dell'ex villa Cassano di Gioia del Colle, ottocentesca residenza nobiliare con cappella annessa: la struttura, immersa in un rigoglioso giardino, è addirittura nota tra gli abitanti del posto come la "casa degli spiriti".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La sua storia è abbastanza oscura. Pare che l'aspetto elegante sia dovuto al lavoro di Cristoforo Pinto, progettista che all'inizio del 900 guidò un primo restauro caratterizzato da una commistione di più stili architettonici. Il tutto su ordine dei Cassano, storica famiglia proprietaria del complesso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La morte di alcuni membri della dinastia dette il via a un lungo periodo di inutilizzo. Una ventina d'anni fa sembrò arrivare una svolta: la dimora fu comprata da un imprenditore edile della vicina Santeramo, desideroso di rimetterla a nuovo e poi rivenderla a un prezzo maggiore. Ma la prematura scomparsa dell'acquirente fece sì che il restyling restasse incompleto, inaugurando una nuova era di incuria che prosegue ancora oggi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E forse sono proprio queste tristi vicende ad aver alimentato le leggende che aleggiano sulla magione. «Ci sono passato davanti col mio cane - spiega il gioiese Gianni - e la bestiola ha iniziato a ringhiare senza motivo apparente: non c'era verso di farlo smettere». «Pur essendo disabitata, si sentono sbattere porte e finestre», afferma invece il suo concittadino Michele. «Chi ci entra scappa a gambe levate, succedono cose strane - chiosa poi Mariella -. Dicono che una bambina sia stata gettata nel pozzo del cortile».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Incuriositi dai racconti ascoltati in paese, abbiamo deciso di visitarla. Dal centro cittadino percorriamo via Federico II di Svevia in direzione nord fino a incrociare la rotatoria con la strada provinciale 106. Giriamo quindi a sinistra e guidiamo per un paio di chilometri, dopo i quali svoltiamo ancora a sinistra in via vicinale Milano. Proseguiamo per circa 400 metri e arriviamo a destinazione. (Vedi foto galleria)

La nostra esplorazione parte da un cancello arrugginito semiaperto, posizionato sul lato destro della strada e incastonato da due colonne che terminano con delle graziose torrette. Lo varchiamo, addentrandoci nella ricca vegetazione che circonda il podere. Mentre camminiamo notiamo una piccola costruzione che riprende lo stile dei pilastri iniziali, probabilmente una cuccia o una legnaia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Superiamo alcuni alberi che paiono quasi voler celare la vista della nostra meta, giungendo finalmente davanti alla facciata principale, che risulta essere divisa in tre parti: a sinistra quella rimasta incompiuta durante l'ultima ristrutturazione, al centro la cappella e a destra quella dei vecchi appartamenti, dai tratti gotici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Scegliamo di concentrarci prima sulla chiesetta, il cui portone in legno è sormontato da un finestrone e due nicchie: da una di esse spunta inquietante quello che sembra essere il volto in pietra di una suora. L'interno è quasi buio. C'è un altare bianco e poco altro, vista l'assenza di statue e dipinti sacri. Ma poco prima di uscire, volgendo lo sguardo verso l'alto, avvistiamo un elemento religioso: il disegno di un uccello immerso nella luce, simbolo dello spirito santo, disegnato sulla volta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Siamo di nuovo all'esterno, dove i nostri occhi cadono sulla parte destra del complesso, quella ad uso abitativo, divisa su due livelli. Il piano terra presenta due bifore laterali murate e sovrastate da mensole ornamentali a marcapiano, oltre a un ingresso centrale, anch'esso ostruito. Tre finestre con archivolto, di cui una con una balaustra, segnano la visione del primo piano, assieme alla merlatura che spicca sul tetto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per cercare di scrutarlo dall'interno ci spostiamo sull'ala destra dell'edificio, dove lo stile passa repentinamente dal gotico al romanico. Spiccano infatti muri spessi, rosoni e archi a tutto sesto, ma non vi è traccia di entrate che conducano dentro la costruzione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci tocca quindi provare ad "aggirare" l'ostacolo e lo facciamo avventurandoci nella zona alla sinistra della cappella. Passiamo così sotto un arco ribassato, ritrovandoci dentro una galleria completamente spoglia, fatta eccezione per qualche attrezzo edile in malora.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci immettiamo nel corridoio che corre lungo la parte posteriore del podere. Quest'ultimo è puntellato da finestre e aperture con archi a sesto acuto, mentre i mattoni sembrano essersi quasi "fusi" con la vegetazione del vicino cortile, donando un fascino particolare all'area. La suggestione aumenta una volta entrati nel giardino, dove dal verde emerge solitario il pozzo in pietra e metallo, quello in cui secondo alcuni gioiesi sarebbe stata spinta una fanciulla.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da questa zona ricca di piante si dirama finalmente un accesso alla parte "residenziale". Al suo interno una scala pericolante porta subito al piano superiore, dove in un labirinto di stanze vuote riusciamo a malapena a distinguere l'ambiente destinato alla cucina. Usciamo infine su un terrazzo laterale, dal quale ammiriamo per l'ultima volta dall'alto il mix architettonico della villa. Nessuna porta che sbatte, men che meno spiriti maligni: qui di impressionante c'è solo il silenzio di un luogo secolare abbandonato a se stesso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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La "casa degli spiriti" di Gioia del Colle, residenza nobiliare dell'800 oggi abbandonata. Sulla struttura aleggiano leggende inquietanti
La nostra esplorazione parte da un cancello arruginito semiaperto, posizionato sul lato destro della strada e incastonato da due colonne che terminano con delle graziose torrette
Lo varchiamo, addentrandoci nella ricca vegetazione che circonda il podere. Mentre camminiamo notiamo una piccola costruzione che riprende lo stile dei pilastri iniziali, probabilmente una cuccia o una legnaia
Superiamo alcuni alberi che sembrano quasi voler celare la vista della nostra meta...
...giungendo finalmente davanti alla facciata principale, che risulta essere divisa in tre parti...
...a sinistra quella rimasta incompiuta durante l'ultima ristrutturazione, al centro la cappella e a destra quella dei vecchi appartamenti, dai tratti gotici
Scegliamo di concentrarci prima sulla chiesetta, il cui portone in legno è sormontato da un finestrone e due nicchie: da una di esse spunta inquietante quello che sembra essere il volto in pietra di una suora
L'interno è quasi buio. C'è un altare bianco e poco altro, vista l'assenza di statue e dipinti sacri
Ma poco prima di uscire, volgendo lo sguado verso l'alto, avvistiamo un elemento religioso: il disegno di un uccello immerso nella luce, simbolo dello spirito santo, disegnato sulla volta
Siamo di nuovo all'esterno, dove i nostri occhi cadono sulla parte destra del complesso, quella ad uso abitativo, divisa in due livelli. Il piano terra presenta due bifore laterali murate, oltre a un ingresso centrale, anch'esso ostruito. Tre finestre con archivolto segnano la visione del primo piano, assieme alla merlatura che spicca sul tetto
Per cercare di scrutarlo dall'interno ci spostiamo sull'ala destra dell'edificio, dove lo stile passa repentinamente dal gotico al romanico
Spiccano infatti muri spessi, rosoni e archi a tutto sesto, ma non vi è traccia di entrate che conducano dentro la costruzione
Ci tocca quindi provare ad "aggirare" l'ostacolo e lo facciamo avventurandoci nella zona alla sinistra della cappella. Passiamo così sotto un arco ribassato, ritrovandoci dentro una galleria completamente spoglia
Ci immettiamo nel corridoio che corre lungo la parte posteriore del podere. Quest'ultimo è puntellato da finestre e aperture con archi a sesto acuto, mentre i mattoni sembrano essersi quasi "fusi" con la vegetazione del vicino cortile, donando un fascino particolare all'area
La suggestione aumenta una volta entrati nel giardino, dove dal verde emerge solitario il pozzo in pietra e metallo, quello in cui secondo alcuni gioiesi sarebbe stata spinta una fanciulla
Da questa zona ricca di piante si dirama finalmente un accesso alla parte "residenziale". Al suo interno una scala pericolante porta subito al piano superiore...
...dove in un labirinto di stanze vuote...
...riusciamo a malapena a distinguere l'ambiente destinato alla cucina
Da qui si esce su un terrazzo laterale...
...dal quale ammiriamo per l'ultima volta dall'alto il mix architettonico della villa. Nessuna porta che sbatte, men che meno spiriti maligni: qui di impressionante c'è solo il silenzio di un luogo secolare abbandonato a se stesso



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  • luigi - abbiamo letto su questo articolo, l' acquirente santermano della villa milano (Sacino Vincenzo) non è mai scomparso, anzi tutt'ora in vita e detentore di una parte della villa


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